di Caterina Mezzapelle
Dalla città di San Francesco e di Santa Chiara ecco la storia delle origini di un’antica tecnica di ricamo un tempo dimenticata ma in seguito rivalutata dai monasteri della città.
I meravigliosi tessuti artigianali li potete ammirare nei laboratori, mentrei ricami vengono eseguiti con colori marrone e celeste che ricordano il saio di S.Francesco e l’abito di Santa Chiara.
Tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, in Italia, si è sviluppato uno stile di ricamo, che è diventato la base di quello stile di ricamo che adesso viene chiamato Assisi. In quell’epoca pochi monasteri iniziavano ad eseguire ricami dove il disegno ed i motivi venivano lasciati vuoti, mentre i contorni e lo sfondo venivano ricamati con fili di seta colorata.
Prima il contorno veniva disegnato sulla stoffa di lino e poi i contorni venivano ricamati con fili di seta a punto gambero o a punto scritto. Normalmente il contorno veniva eseguito in nero o in marrone.
Poi tutto lo sfondo veniva riempito a punto croce usando i filati di colore rosso, verde o giallo. Nel sedicesimo secolo lo stile si è diffuso invadendo le comunità religiose secolari.
I motivi erano basati sul grottesco, satiri,demoni, animali mitici. Nel ricamo sacro troviamo diverse coppie di uccelli ed animali circondati da elaborati tralci.
Questi motivi che si possono trovare anche in altri tipi di ricamo come anche nelle sculture in pietra ed in legno delle chiese Romaniche.
Nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo queste tecniche di ricamo sono cadute nell’oblio.Nel 1861 si è formato un movimento che ha riscoperto e rianimato l’artigianato tradizionale. In questo secolo, un gruppo di signore ricche di Burano, vicino Venezia, hanno portato l’iniziativa di rianimare l’arte del merletto.
Forse uno dei motivi era quello di aiutare la popolazione ormai impoverita a riacquistare valore.
Nel 1902, fu creato ad Assisi il “Laboratorio Ricreativo Festivo Feminale San Francisci di Assisi”. Era un associazione, dove le ragazze povere che venivano da fuori potevano imparare a ricamare. Loro portarono la tradizionali tecniche di ricamo e le hanno semplificate.
La seta fu sostituita dal cotone per ricamare, i profili ed i contorni non erano più disegnati liberamente sul panno, ma venivano prima contati punto per punto.
Se necessario, i disegni venivano semplificati o ne venivano creati dei nuovi, direttamente ricalcati da stampi e da intagli di legno delle chiese.
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
Mercoledì 29 – Agosto – 2007, dalle ore 21,00,
In Piazza Giovanni XXIII – Manfredonia (Foggia),
sfilata di moda a conclusione del concorso per giovani stilisti emergenti e modelle: “Stil Daunia Moda 2007” organizzato dall’Associazione Artigiani e dal Comune di Manfredonia. A condurre la serata sarà Fabrizio Frizzi.
Previsti interventi musicali di Vhelade e Pago, mentre due esponenti della moda nazionale: Rosy Garbo e Paolo Fumarlo, selezioneranno gli abiti e le indossatrici.
Accanto alla sfilata di moda vi sarà un’esposizione di ricami artigianali in collaborazione con il Gal DaunOfantino.
Fonte: Teleradioerre
di Caterina Mezzapelle
Un viaggio nel tempo per riscoprire l’Arte del Cifrare la Biancheria.
Come sappiamo il Ricamo è una delle più antiche forme d’arte applicata, è molto semplice da realizzare: bastano soltanto un ago e del filato di qualsiasi materiale sia vegetale che animale.
In passato, era molto importante che ogni ragazza ricamasse le iniziali del suo nome e cognome così come l’anno della realizzazione sui propri capi.
Con il passare degli anni il ricamare le proprie iniziali diventa un modello da perseguire. Le ragazze incideranno attraverso ago e filo le proprie iniziali sul corredo e cifreranno la loro biancheria. Questa pratica veniva tramandata non con l’inchiostro né con la penna, ma attraverso l’arte del ricamo.
Ricamare le proprie iniziali sulla biancheria per la casa è una tradizione molto antica e nasce dal bisogno di affermare la propria personalità e dal senso di proprietà.
I punti impiegati nella realizzazione di tale tipo di ricamo, che richiede appositi telaietti, sono sempre stati il punto raso, il punto pieno o passato, il cordoncino, il sabbia, i retini, bianco su bianco per le classi medio alte; in colorato punto croce per borghesia e popolo.
Andando indietro nel tempo ed esplorando il meraviglioso mondo egizio, scopriamo delle antichissime tuniche e bende di lino con delle iniziali ricamate appartenenti alle mummie egiziane.
Esistono degli esemplari, del Secolo XVI a.C., di cifre ricamate su biancheria in grosso filo bruno.
Se ci spostiamo in Europa o in America, attraverso gli imparaticci femminili, ecco i primi esercizi di ricami: un modo efficace per imparare oltre a ricamare le proprie iniziali anche l’alfabeto.
Non dimentichiamo inoltre i meravigliosi stemmi araldici, i paramenti liturgici come l’Iniziale di Maria o il monogramma del Cristo.
I fazzoletti di fidanzamento, arte che si afferma in tutta Europa, venivano scambiati tra i futuri sposi come simbolo di amore e di fedeltà.
I fazzoletti erano solitamente siglati con le iniziali dell’amato/a oppure con quelle di entrambi. Ricorderete tutti come un fazzoletto sia stato complice del destino di Desdemona e di Otello.
L’arte del cifrare attraverso il ricamo viene testimoniata dagli oggetti nuziali della Borgogna nel XV sec.
Anche i vestiti popolari venivano finemente firmati con ago e filo. Diversi erano i tessuti utilizzati come il lino e la seta, i filati d’oro e d’argento, venivano inserite borchie, smalti, perline, scaramazze.
Nella vita pratica era davvero importante “possedere” i propri indumenti o biancherie con il proprio monogramma ben ricamato.
Anticamente, saper fare il bucato era un’ arte femminile molto laboriosa, non veniva praticata spesso poiché si cercava di accumulare molti più capi possibili.
A Venezia non disponendo di fonti d’acqua dolce si faceva addirittura il bucato soltanto un paio di volte all’anno.
Era necessario quindi possedere una vasta dote di biancheria per la casa e soprattutto degli indumenti che dovevano essere sempre puliti e candidi; la biancheria sporca invece veniva trasportata in terraferma presso le foci del fiume, con grandi imbarcazioni.
Ecco perchè era di fondamentale importanza ricamare con le cifre (solitamente di lei) la propria biancheria, facilitando così il riconoscimento.
In qualsiasi classe sociale sia la biancheria personale (camicie e mutandoni, le fasce neonatali) che quella per la casa (lenzuola, asciugamani, tovaglie, facenti parte del corredo portato in dote) veniva siglata con le iniziali della sposa.
Tatticamente studiato e praticamente costatato, le donne usavano ricamare la loro dote con colori molto vivaci come il rosso o il blu in maniera tale che durante il lavaggio la tela sottostante il ricamo assumeva il colore del filato e se qualche ladro sarebbe stato intenzionato a rubare un capo, scucendo magari le iniziali ricamate queste sarebbero rimaste leggibili nel tessuto.
Il lavaggio della biancheria avveniva in luoghi comuni:al fiume o presso appositi lavatoi o nei mastelli e tini delle “lissie”; questi oltre ad essere dei luoghi dove risolvere accuratamente uno dei più importanti compiti femminili era anche un luogo dove le donne potevano trascorrere insieme parte della giornata scambiandosi idee, curiosità e pettegolezzi.
Non possiamo sottovalutare un altro compito anch’esso fondamentale che svolgono queste letterine perfettamente ricamate dalle abili donne! Lo studio, la ricerca e la progettazione delle cifre da ricamare rendendo originale, la grafica.
Col tempo la moda influirà molto sulla scelta dei disegni, dei tessuti e dei filati di qualsiasi capo. Troveremo quindi lettere e vocali con volute, ricci, cartigli rendendo sempre più prezioso il tessuto.
Si vennero a creare dei veri e propri mestieri dedicati alla progettazione di disegni personalizzati. Nascono i disegnatori per ricami e merletti che forniscono disegni diversificati di iniziali. Essi lasciano in eredità una immensa bibliografia specifica nel corso del 500 fino ad arrivare ai primi del 600.
Ricordiamo Pietro Paolo Tozzi che ci fornisce un modellarlo intitolato “ La Ghirlanda di sei vaghi fiori scelti da più famosi giardini d’Italia”, edito a Padova , nella libreria “del Gesù”, nel 1604.
Grazie alla diffusione della stampa nascono nell’800 le riviste femminili (nato nell’ultimo quarto del 600) sarà sempre più facile recuperare modelli di alfabeti da imitare, in seguito disegnati su carta di ogni tipo e per ogni occasione, su portafogli, astucci per occhiali.
L’industrializzazione invaderà il mercato e ricamare le iniziali diventerà sempre più una ripetizione in serie delle stesse. Niente di originale e personale quindi?
Nel XX secolo ricamare le “cifre” è divenata una mania, gli stilisti non ne possono fare a meno. Vengono proposte in qualsiasi dimensione, e spesso ricamate con filati di colore diverso rispetto al tessuto di base.
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
ll ricamo Suzhou è un ricamo con fili di seta e viene eseguito su tessuti di seta, è fatto a mano ed è il più importante fra tutti i tipi di ricamo cinese.
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Suzhou è una città dichiarata dall'Unesco patrimonio culturale dell'Umanità, ci sono bellissime case signorili e bei giardini ed è conosciuta dal mondo per il loro ricamo, la sua massima espansione iniziò all'epoca della Dinastía Song (960-1279 DC).
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
Se avete delle cipolle da parte e amate le verdure questa ricetta è quella che fa per voi.
Gli ingredienti sono:
Per la preparazione occorre circa 1 ora:
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
27/30 Settembre 2007
Fonte: Tradizioni Piemontesi
di Caterina Mezzapelle
VI Biennale De Fabula
Genova – Palazzo Ducale dal 5 al 14 ottobre 2007
Tema della manifestazione: I grandi navigatori e la scoperta del nuovo mondo
Come per le precedenti edizioni, sarà richiesto, oltre ai patrocini di Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova, l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.
L’associazione De fabula, festeggerà con la sua VI Biennale i dieci anni di attività, un lungo periodo caratterizzato da: studio del territorio, ricerca delle tradizioni perdute, tutela del folklore locale e attenzione agli aspetti più vari del suo artigianato artistico.
Per questo motivo, la biennale del 2007 raccoglierà mostre ed iniziative finalizzate a far conoscere, unitamente ai merletti liguri, la storia e la tradizione della Liguria e una delle figure che ha aperto la via del nuovo mondo portando successivamente alla crescita culturale rinascimentale, il grande navigatore “ C.Colombo.”
Realizzazione di un quadro dedicato a Cristoforo Colombo (destinazione Santo Domingo)
Questa iniziativa, si sviluppa in collaborazione con il C.N.C (Comitato nazionale Colombo) del quale l’associazione De Fabula è socia. Saranno, infatti, a cura del C.N.C tutti i rapporti con la Repubblica Dominicana, la spedizione del manufatto e la sistemazione dello stesso in una sede appropriata.
L’opera, realizzata interpretando un quadro di un famoso artista ligure, Francesco Musante, presenterà differenti tecniche di ricamo e merletto facenti parte della tradizione italiana.
Hanno aderito all’iniziativa: Ricami & legami di A. Menossi- Udine, Il punto antico- Bologna, Giaveno Ricama- Torino, Accademia del punto Assisi- Perugia, Associazione del punto croce- Firenze, Ass. Il Ricamo diventa pittura di A. Mannocci- Pisa, Ass. Filo filo- Valtopina (Pg), Ass.
Le amiche del ricamo- Novara, Scuola di merletto di Gorizia, Ass. Filo filò- Verona, Ass. Fili di Luna- Sarzana, Ass. Filati e sfilati- Augusta, Aemilia ars di Patricia Girolami- Tuoro sul Trasimeno, Pizzo di Orvieto di Loretta Lovisa, Sfilati siciliani di Giovanna Gurrieri- Ragusa, Gruppo amatoriale di Castelfiorentino – Firenze, Ass. Punti d’incontro- Alessandria, Gianfranca Tolloi- Grado, Ass. Impara l’arte- Tavarnelle (Fi), Centro G.C.P “La famiglia di Maria”- Montecchio, Ricamo in oro di Claudia Brilli- Roma, Ass. Magia di punti – Imperia, Accademia ricamo di Cles (Tn).
Come per il precedente progetto, il Comune di Zoagli ha offerto il prezioso velluto e damasco della seteria Gaggioli, che costituiranno il tessuto di fondo. I disegni ricamati e realizzati a merletto con tecniche tipiche regionali, costituiranno l’opera di grande qualità, , dove la laboriosità femminile delle più prestigiose associazioni e scuole nazionali testimonierà lo studio e la meticolosa ricerca per recuperare e salvaguardare il proprio artigianato artistico.
Tra i collaboratori, il dott. E. Michelotti della rivista “Ricamo Italiano”
L’opera, che propone il giovane Colombo che gioca con le caravelle, sarà donata al museo di Santo Domingo dedicato a C. Colombo.
La VI Biennale si apre all’Europa: mostra internazionale di ricami e merletti
L’associazione De Fabula da alcuni anni espone le proprie creazioni a Bourbonne les Bains in Francia, dove ha avuto l’opportunità di instaurare legami e nuove amicizie, oltre a scoprire intenti comuni con le ricamatrici e merlettaie di altre nazioni europee.
Si è così, naturalmente, generata la necessità di promuovere interscambi per diffondere la conoscenza delle numerose tipologie di attività femminili legate al ricamo e al merletto, ciascuna espressione della storia e cultura del proprio territorio.
L’Associazione De Fabula con la collaborazione dell’associazione “Au Fil de l’Aiguille”intende presentare, nella sezione internazionale, lavori europei (pizzi e ricami) che siano rappresentativi di diverse tecniche tipiche; unitamente ad una rappresentanza di scuole ed associazioni italiane aventi le stesse caratteristiche.
Sono previsti atelier e dimostrazioni. delle tecniche presentate, nell’ambito di questa iniziativa saranno organizzati interventi di esperti del settore e dei musei civici genovesi.
Fonte: www.defabula.org
di Caterina Mezzapelle
Fase di preparazione dello sfilato siciliano: si “indebolisce” il tessuto sfilandolo.
Fase di ricamo: si “rinforza” così bene che spesso, dei corredi antichi, rimane la parte ricamata, con un po’ di tessuto intorno, e il resto va distrutto.
Gli sfilati prendono i nomi dalle diverse epoche, dai luoghi di provenienza, da chi ne ha dato un’interpretazione diversa.
Esistono tanti tipi di sfilato siciliano e sono diversi tra loro variando da paese in paese. Gli sfilati più famosi, sono quelli della Sicilia e della Sardegna. Gli sfilati siciliani, più noti sono: il 400, il 500 , il 700 e il Vittoria. Gli sfilati sardi: quelli dal Campidano, quelli da Bosa e altri ancora.
Lo sfilato siciliano 500 è quello più facile da eseguire: si utilizzano disegni su carta quadrettata e dopo che si è creata la rete di fondo con una semplice sfilatura del tessuto, si esegue il punto cordoncino intorno ai disegni. Quando si lavora su tessuto così grosso da rendere facile il conteggio dei fili, ricamare diventa davvero un gioco divertente.
Chi è alle prime armi può eseguire prima il cordoncino di contorno e poi le sfilature: si delinea il disegno con una filza e si ripassa a punto cordoncino, poi si tolgono, sia nella trama che nell’ordito, 4 fili sì e 4 no. Sempre a punto cordoncino si riempiono i fili rimasti.
La trama del tessuto deve essere regolare. Per i lavori più importanti si può utilizzare il lino, per quelli più facili, invece, la tela Assisi.
Nel primo caso si può optare per un Cotone Ricamo a Mano Anchor, nel secondo si può scegliere il Cotone Mouliné Anchor a due capi oppure il cotone Perla Anchor
Autore: Caterina Mezzapelle
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
Il ricamo è un’arte che è nata e si è sempre evoluta nei secoli, fino ai giorni nostri. Si è tramandata di generazione in generazione come arte femminile.
Ci sono tantissimi punti da imparare ed ognuno ha la sua origine e la sua evoluzione.
Il termine ‘ricamo’ deriva dall’arabo ‘rakam’.
Ricamo è quel lavoro ad ago di carattere ornamentale che viene eseguito su tessuti di qualsiasi genere e anche sul cuoio.
L’origine del ricamo si considera orientale proprio per le sue caratteristiche che si sono a lungo conservate e poiché fin dal principio della millenaria civiltà cinese si hanno notizie di simboli ricamati sulle vesti, tende, drappi e coperte. Questi simboli, che si sono conservati nei secoli successivi, ci danno indirettamente notizia dello stile primitivo del ricamo cinese che appare orientato a conseguire effetti pittorici, con colori spesso vivacissimi ed armoniosi.
La Cina e il Giappone i più antichi esempi di ricami cinesi risalgono al regno della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.): sono frammenti di seta decorati a punto catenella con nubi e dragoni, provenienti dal Turkestan orientale. La produzione della seta diede forte impulso allo sviluppo del ricamo in Cina: i pezzi più preziosi erano ovviamente quelli destinati all’abbigliamento di nobili e imperatori. Si imposero elaborate decorazioni eseguite su fondo scuro, in prevalenza nero; molto ricercati anche i lavori realizzati con fili di seta intrecciati con oro o argento.
Nel bacino Mediterraneo l’arte del ricamo è testimoniata anche da pitture o sculture, ma con qualche dubbio se si tratti di tessuti ornamentali o di veri e propri ricami.
Nell’antico Egitto l’esistenza del ricamo è anche comprovata direttamente da esemplari, del Secolo XVI a.C., di cifre ricamate su biancheria in grosso filo bruno, e di ricamo ornamentale consistente in piccoli tondi di color verde vivo ricamati su di una benda, probabilmente usata come acconciatura.
Anche nella Bibbia si ricorda parecchie volte il ricamo , attraverso alcuni versi.
Nella cultura dei Babilonesi erano molto presenti i ricami ed i loro re ne ornavano riccamente i loro abiti.
In Grecia il ricamo fu introdotto dai Frigi. Un frammento di tessuto greco di lana color porpora del IV Secolo a.C. è ornato con un ricamo in lana di vari colori, che rappresenta un cavoliere tra motivi di fogliami.
Anche a Roma il ricamo è fatto conoscere dai Frigi , che ne fanno largo commercio come testimonia Plinio. Le fasce che servivano a distinguere i funzionari erano ricamati sulle loro toghe.
Nell’Impero Bizantino si tenne in grande onore l’arte del ricamo, che ornava riccamente le vesti dei potenti, come si vede sul mosaico che rappresenta l’imperatrice Teodora con le figure dei Re Magi ricamate sul lembo inferiore della veste.
di Caterina Mezzapelle
Kutch e Saurashra sono delle regioni nello stato di Gujrat famose per le proprie tradizioni di ricamo folklorico concentrato principalemnte sulla dote.
Oltre ai soliti regali, gioielli di famiglia, la sposa porta a casa del marito tantissima biancheria per la casa riccamente e accuratamente ricamata dalle donne appartenenti alla sua famiglia. Questa dote consiste anche in abiti per la sposa e lo sposo, da appendere nella loro casa e gli ornamenti per i loro animali domestici.
Ogni villaggio in Kutch ha uno stile e un disegno di ricamo diverso. Soprattutto il ricamo è evidenziato dalle scintillanti shishas (piccoli specchi).
L’arte decorativa indiana del ricamo con gli specchi (lo shisha) è stata pensata e sviluppata dalla moglie di Shah Jahan che ha costruito a suo onore il Taj Mahal. Dai tempi di Moghuls ad ora, le donne di Gujarat continuano a usare gli specchi nei loro ricami.
Gli specchi sono prodotti in piccole fornaci e in seguito caratterizzano il ricamo di dote, ivestiti, gli scialli, la biancheria da letto, le borse e le trapunte — tutti decorati con gli specchi. Inoltre il ricamo di shisha, vengono utilizzati il punto catenella, il punto pieno ed altri punti. Questi sono tuttavia utilizzati e vengono indossati da molte nomadi e Musulmane, e dalle comunità indù.
Fonte: www.arte-ricamo.eu